Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La realizzazione di opere edilizie in assenza della prescritta concessione e in zona soggetta a vincolo paesaggistico costituisce reato non suscettibile di sanatoria ai sensi del Decreto Legge n. 269 del 2003, articolo 32, comma 26, lettera a, con la conseguente inapplicabilità della sospensione del procedimento penale e la declaratoria di estinzione del reato per intervenuta prescrizione, comportando altresì la revoca dell'ordine di demolizione dei manufatti abusivi. Tale principio trova applicazione indipendentemente dal fatto che il giudice abbia disposto o negato la sospensione del procedimento, dovendosi in ogni caso ritenere la sospensione inesistente per assenza del suo fondamentale presupposto, ossia la possibilità di sanare l'abuso edilizio. La violazione del termine di comparizione di 20 giorni previsto dall'articolo 601, comma 3, c.p.p. per la notifica del decreto di citazione per il giudizio di appello determina una nullità assoluta, rilevabile in ogni stato e grado del giudizio e non sanabile.