Cassazione penale Sez. V sentenza n. 3240 del 23 gennaio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:3240PEN

Massima

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Il reato di ingiuria sussiste quando l'imputato, con l'invio di una lettera contenente espressioni lesive della reputazione e della dignità della persona offesa, dimostri un intento denigratorio, anche attraverso riferimenti alla sfera privata e sessuale della vittima, senza che rilevi la mera dichiarazione di apertura culturale o di non giudizio sui costumi sessuali. L'esercizio di un diritto non può essere ritenuto scriminante in assenza di una adeguata motivazione che ne dimostri la sussistenza. Il giudice di merito è tenuto a esaminare compiutamente tutti gli elementi della condotta contestati, senza omettere alcuna circostanza rilevante ai fini della valutazione della offensività delle espressioni utilizzate e dell'intento denigratorio dell'imputato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PIZZUTI Giuseppe - Presidente

Dott. MARASCA Gennaro - Consigliere

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) P.M., Tribunale di Ancona;

2) TI. LU., N. IL (OMESSO), P.C.;

contro

3) SV. DA., N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 21/02/2007 TRIBUNALE di ANCONA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dr. SCALERA Vito.

Udito il Procuratore Generale in persona del Sostituto Dott. Vito Monetti, che conclude per…

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