Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 43413 del 23 novembre 2007

ECLI:IT:CASS:2007:43413PEN

Massima

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Il reato associativo in materia di stupefacenti è configurabile anche in presenza di una struttura organizzativa rudimentale, incentrata sulla reciproca affidabilità, sulla certezza delle disponibilità e sulla volontà di cooperare, sapendo di agire nell'interesse comune oltre che proprio, e di utilizzare i mezzi essenziali disponibili. La partecipazione all'associazione non richiede che tutti i membri debbano concorrere direttamente alla commissione dei reati-fine, essendo sufficiente il contributo di ciascuno al raggiungimento degli scopi illeciti, anche attraverso ruoli e funzioni diversificate. L'accertamento della sussistenza del vincolo associativo può fondarsi su elementi indiziari, quali i rapporti di parentela tra i protagonisti, che conferiscono saldezza e consistenza al legame, fino alla indistinguibilità tra ristretto clan familiare e consorteria delinquenziale. Inoltre, la capacità operativa raggiunta dalla consorteria, dimostrata dalla rapidità e sicurezza con cui vengono realizzati i singoli episodi di spaccio, costituisce un ulteriore elemento probatorio della esistenza di una struttura organizzativa, seppure rudimentale. Anche il contributo di soggetti che non partecipano direttamente alle attività di spaccio, ma svolgono un ruolo di supporto e di agevolazione, come il custodire la droga e gestire il denaro, può integrare la fattispecie associativa, così come il ruolo di consigliere e di coordinamento svolto da un familiare nell'organizzazione delle consegne di stupefacenti. Infine, l'identificazione del singolo partecipante all'associazione può fondarsi su elementi indiziari, come il nome in comune con altri soggetti coinvolti, purché il percorso argomentativo seguito dal giudice di merito sia logico e privo di vizi.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARZANO Francesco - Presidente

Dott. NOVARESE Francesco - Consigliere

Dott. ROMIS Vincenzo - rel. Consigliere

Dott. FOTI Giacomo - Consigliere

Dott. AMENDOLA Adelaide - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) TO. AR., N. IL (OMESSO);

2) OS. EM., N. IL (OMESSO);

3) OS. AR., N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 02/11/2005 CORTE APPELLO di TRENTO;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione svolta dal Consigliere Dott. ROMIS VINCENZO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. IANNELLI Mario, che ha concluso per il rigetto dei ricors…

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