Cassazione penale Sez. II sentenza n. 20950 del 31 maggio 2012

ECLI:IT:CASS:2012:20950PEN

Massima

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Il reato di associazione a delinquere finalizzata all'illecito utilizzo di dati identificativi di carte di credito si configura quando vi sia un gruppo criminale strutturato e stabile, caratterizzato da una divisione di ruoli e compiti tra i partecipi, che operi in modo unitario e coordinato per la realizzazione di una pluralità di condotte illecite, anche se non tutti i membri siano direttamente coinvolti in ogni singolo episodio criminoso. La prova dell'esistenza dell'associazione può desumersi da elementi indiziari, quali le intercettazioni che dimostrino l'esistenza di un collaudato e funzionante rapporto tra gli associati, la reciproca conoscenza e fiducia tra i partecipanti, nonché la consapevolezza di terzi fruitori della possibilità di rivolgersi all'organizzazione per ottenere vantaggi illeciti. Il fatto che alcuni membri non siano direttamente coinvolti in tutti i reati-fine non esclude la loro responsabilità per il reato associativo, essendo sufficiente il contributo, anche indiretto, al perseguimento degli scopi dell'associazione. Pertanto, il reato di associazione a delinquere può configurarsi anche quando l'attività criminosa dell'organizzazione, pur essendo continuativa, abbia realizzato un numero limitato di episodi delittuosi, purché sia dimostrata l'esistenza di una struttura stabile e organizzata finalizzata alla commissione di una pluralità indeterminata di reati.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CARMENINI Secondo Liber - Presidente

Dott. IANNELLI Enzo - Consigliere

Dott. CASUCCI Giuliano - Consigliere

Dott. PRESTIPINO Antonio - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1. (OMISSIS) nato il (OMISSIS);

2. (OMISSIS) nato il (OMISSIS);

3. (OMISSIS) nato il (OMISSIS);

avverso la sentenza del 26/04/2011 della Corte di Appello di Roma;

Visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita la relazione fatta dal Consigliere dott. Geppino Rago;

udito il Procuratore Generale in persona del dott.ssa Elisabetta Cesqui che ha concluso per il rigetto;

udito il difensore avv.to …

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