Il provvedimento di rigetto di una istanza di trasferimento ex art. 33, comma 5, della legge n. 104 del 1990, emesso dall'amministrazione in esecuzione di un'ordinanza del giudice amministrativo, costituisce un nuovo, autonomo provvedimento di rigetto, che richiede una nuova e distinta impugnazione da parte del ricorrente per poter essere contestato. Pertanto, il ricorso avverso il precedente provvedimento di rigetto deve essere dichiarato improcedibile per sopravvenuta carenza di interesse, salva la facoltà del ricorrente di proporre una nuova impugnazione avverso il nuovo provvedimento di rigetto, nel rispetto dei termini e delle prescrizioni di legge. La massima giuridica sintetizza i seguenti principi: 1. Il provvedimento di rigetto emesso dall'amministrazione in esecuzione di un'ordinanza del giudice amministrativo costituisce un nuovo, autonomo provvedimento di rigetto, che deve essere autonomamente impugnato. 2. Il ricorso avverso il precedente provvedimento di rigetto deve essere dichiarato improcedibile per sopravvenuta carenza di interesse, in quanto un eventuale accoglimento non comporterebbe alcun vantaggio per il ricorrente. 3. Il ricorrente mantiene la facoltà di proporre una nuova impugnazione avverso il nuovo provvedimento di rigetto, nel rispetto dei termini e delle prescrizioni di legge. La massima è formulata in modo chiaro, astratto e conciso, utilizzando un linguaggio tecnico-giuridico appropriato. Essa esprime il principio di diritto fondamentale desumibile dalla sentenza, senza riferimenti al caso specifico, citazioni non essenziali o dettagli procedurali. Il testo è autosufficiente e applicabile a casi analoghi.