Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La responsabilità penale per il reato di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio può essere affermata sulla base di elementi indiziari oggettivi, quali il rinvenimento nell'abitazione dell'imputato della droga già suddivisa in dosi e dell'attrezzatura per il confezionamento, nonché di comportamenti inequivoci tenuti dall'imputato al momento dell'intervento delle forze dell'ordine, come l'avvertimento dato ad altri soggetti presenti e il tentativo di far sparire le prove. Tali elementi sono idonei a dimostrare la consapevolezza e la volontà dell'imputato di detenere la sostanza stupefacente a fini di spaccio, a prescindere da eventuali dichiarazioni di terzi volte a scagionare l'imputato. Inoltre, in tema di concorso tra la circostanza attenuante della lieve entità del fatto e un'aggravante, trova applicazione l'obbligo di procedere al giudizio di bilanciamento di cui all'art. 69 c.p., comma 4, e non la disciplina di cui all'art. 63 c.p., comma 3, relativa al concorso di circostanze omogenee.