Cassazione penale Sez. II sentenza n. 12300 del 14 marzo 2017

ECLI:IT:CASS:2017:12300PEN

Massima

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Il divieto di reformatio in peius nel giudizio di appello, promosso dall'imputato, riguarda non solo l'entità complessiva della pena, ma anche tutti gli elementi autonomi che concorrono alla sua determinazione, per cui il giudice di appello, anche quando esclude una circostanza aggravante e per l'effetto irroga una sanzione inferiore a quella applicata in precedenza, non può fissare la pena base in misura superiore rispetto a quella determinata in primo grado. Pertanto, il giudice di appello, nel rideterminare la pena in seguito all'esclusione di una circostanza aggravante, è tenuto a rispettare il limite della pena base stabilita in primo grado, senza poterla aumentare, in ossequio al divieto di reformatio in peius.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FUMU Giacomo - Presidente

Dott. ALMA ((omissis)) - Consigliere

Dott. FILIPPINI Stefano - rel. Consigliere

Dott. TUTINELLI Vincenzo - Consigliere

Dott. DE STEFANO Franco - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 29/10/2015 della CORTE APPELLO di SALERNO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 31/01/2017, la relazione svolta dal Consigliere Dr. STEFANO FILIPPINI;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dr. MARIA GIUSEPPINA FODARONI che ha concluso per l'annullamento con rinvio per rideterminazione della pena; annullamento nel resto.
Udito il …

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