Il Comune, nell'esercizio del potere di autotutela di cui agli artt. 21-octies e 21-nonies della L. n.241/90, può annullare un titolo abilitativo rilasciato per la realizzazione di un impianto di biomassa alimentato da cippato di legno, qualora ritenga che l'intervento programmato dalla parte ricorrente, ai fini della determinazione della potenza, debba cumularsi con i realizzandi impianti limitrofi, superando così la soglia di 200 kW oltre la quale è necessaria l'Autorizzazione unica di competenza regionale, anziché la Procedura Abilitativa Semplificata (P.A.S.) di competenza comunale. Tuttavia, il Comune deve motivare adeguatamente tale valutazione, tenendo conto delle specifiche tecniche dell'impianto, delle immissioni previste e acquisendo le necessarie informazioni, senza limitarsi a un mero richiamo formale alle disposizioni normative. Inoltre, il Comune non può avviare un nuovo procedimento di annullamento fondato sulle medesime motivazioni di quello precedente, al fine di sottrarsi all'obbligo di concludere il procedimento entro il termine di 30 giorni previsto dall'art. 2 della L. n. 241/1990. Infine, l'accertamento dell'illegittimità dell'atto impugnato, ai fini risarcitori, è possibile solo qualora il ricorrente alleghi in modo puntuale e specifico il concreto danno subito, senza che sia necessaria la contestuale proposizione della domanda risarcitoria.