Cassazione penale Sez. V sentenza n. 22786 del 15 giugno 2010

ECLI:IT:CASS:2010:22786PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il giudice, nel valutare la sussistenza di circostanze attenuanti o scriminanti invocate dall'imputato, deve effettuare un'attenta disamina del compendio probatorio, senza limitarsi ad accogliere acriticamente le allegazioni difensive, ma verificando la loro effettiva rispondenza ai fatti emersi dal processo. Pertanto, il riconoscimento di attenuanti come la provocazione o la legittima difesa è subordinato all'accertamento della loro effettiva ricorrenza sulla base di elementi oggettivi e concreti, non potendo fondarsi su mere affermazioni apodittiche dell'imputato. Allo stesso modo, il giudice è tenuto a verificare la correttezza della qualificazione giuridica del fatto, in modo da applicare la sanzione prevista dalla legge per il reato effettivamente commesso, anche quando ciò comporti l'annullamento parziale della sentenza per l'individuazione di una pena illegale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GRASSI Aldo - Presidente

Dott. FERRUA Giuliana - Consigliere

Dott. ROTELLA Mario - Consigliere

Dott. SANDRELLI ((omissis)) - Consigliere

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Fe. Al. nato il (OMESSO);

avverso la sentenza emessa il 21-7-09 dalla Corte di appello di Roma;

Visti gli atti, la sentenza denunciata ed il ricorso;

Udita in pubblica udienza la relazione fatta dal consigliere dott. ((omissis));

Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale dott. STABILE Carmine che ha concluso per la declaratoria di inammissibilita' del ricorso.

SVOLG…

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