Il vincolo paesaggistico imposto su un'area, ai sensi della legge n. 1497 del 1939 e della legge n. 431 del 1985, comporta l'obbligo per l'autorità amministrativa competente di motivare in modo esauriente e congruo la compatibilità di qualsiasi intervento edilizio con le specifiche esigenze di tutela del paesaggio, in relazione ai valori paesistici dei luoghi tutelati. L'autorizzazione paesaggistica, anche se di contenuto positivo, deve essere adeguatamente motivata, indicando le ragioni di effettiva compatibilità dell'opera con i valori paesaggistici protetti, senza limitarsi a mere dichiarazioni di compatibilità. In mancanza di una motivazione specifica e completa, l'autorizzazione è illegittima per carenza di istruttoria e di motivazione, consentendo l'annullamento da parte della Soprintendenza competente, nell'ambito del proprio sindacato di legittimità e non di merito. Ciò vale anche quando l'autorizzazione paesaggistica sia stata rilasciata da un ente subdelegato, come il Comune, il quale deve comunque adempiere all'obbligo di una motivazione esauriente e congrua in ordine alla compatibilità dell'intervento con la disciplina vincolistica della zona tutelata.