Il divieto di apertura di accessi lungo le rampe di intersezione, sia a raso che a livelli sfalsati, nonché lungo le corsie di accelerazione e di decelerazione, previsto dall'art. 22 del Codice della Strada, costituisce una regola di carattere generale posta a tutela della sicurezza della circolazione stradale, che non ammette deroghe fondate su esigenze di accessibilità del fondo privato, neppure in presenza di una situazione di fatto consolidata nel tempo. Tale divieto, infatti, è stato predeterminato dal legislatore in astratto, in ragione della pericolosità intrinseca di tali tipologie di accessi, senza possibilità di bilanciamento con altri interessi. Pertanto, il diniego opposto dall'amministrazione competente all'apertura di un nuovo accesso carrabile in tali aree, sulla base del parere negativo espresso dall'ente gestore della strada, risulta conforme a legge, non potendo rilevare eventuali profili di abusività della situazione preesistente, in assenza di un provvedimento autorizzativo. Inoltre, la mancata comunicazione del preavviso di rigetto ai sensi dell'art. 10-bis della legge n. 241/1990 non determina l'illegittimità del provvedimento finale, qualora il suo contenuto dispositivo non avrebbe potuto essere diverso in ragione della presenza di un espresso divieto di legge.