Cassazione penale Sez. I sentenza n. 46174 del 3 novembre 2016

ECLI:IT:CASS:2016:46174PEN

Massima

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La volontarietà della desistenza dal tentativo di reato richiede che la scelta di non proseguire nell'azione delittuosa sia frutto di una libera determinazione dell'agente, indipendente da fattori esterni idonei a menomare la sua libertà interiore. Pertanto, la desistenza non può ritenersi volontaria quando l'agente, pur avendo astrattamente la possibilità di consumare il reato, si trovi di fronte a una situazione modificata in modo rilevante rispetto al programma criminoso iniziale, a causa di eventi o conseguenze della sua stessa condotta, che impongano ragionevolmente l'abbandono del proposito delittuoso per sottrarsi a rischi maggiori di quelli preventivati. In tali ipotesi, l'interruzione dell'azione non è espressione di una scelta libera e autonoma, ma deriva da una costrizione determinata dalla mutata realtà fattuale, che sfugge al pieno dominio finalistico della volontà dell'agente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CORTESE Arturo - Presidente

Dott. BONITO F. M. Silvio - Consigliere

Dott. ESPOSITO Aldo - Consigliere

Dott. MINCHELLA Antonio - Consigliere

Dott. CAIRO Antonio - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D'APPELLO DI GENOVA;
nei confronti di:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
inoltre:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 11/2014 CORTE ASSISE APPELLO di GENOVA, del 15/05/2015;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 15/09/2016 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANTONIO CAIRO;
Uditi: - il Pubblico Ministero, Dott. GALLI Massimo, sostituto procuratore generale della Repubblica presso questa Corte, che ha c…

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