Il regime giuridico dei beni appartenenti al patrimonio disponibile di un ente pubblico non territoriale, come l'Agenzia del Demanio, è disciplinato dalla normativa di diritto comune di cui all'art. 830 c.c. e non dalla disciplina dettata per i beni demaniali e del patrimonio indisponibile di cui agli artt. 822 e 823 c.c. Pertanto, l'Agenzia del Demanio non può esercitare i poteri di autotutela esecutiva previsti dall'art. 823 c.c. per ordinare il rilascio amministrativo di un bene appartenente al proprio patrimonio disponibile, in assenza dei presupposti e delle condizioni stabilite dalla legge per l'esercizio di tale potere. Il provvedimento di rilascio emesso in carenza assoluta di potere, in quanto riferito a un bene del patrimonio disponibile, deve essere qualificato come atto nullo, ai sensi dell'art. 21-septies della legge n. 241/1990, e non produce alcun effetto degradatorio delle posizioni soggettive di cui si assume la lesione. Inoltre, la natura privatistica del bene, destinato a locazione a canone sociale, emerge dalla stessa narrativa del provvedimento impugnato, che richiama la normativa in materia di locazioni e il canone determinato in applicazione dei criteri previsti dalla legge n. 431/1998. Pertanto, in assenza della prova, incombente sull'Amministrazione, dell'appartenenza del bene al demanio o al patrimonio indisponibile, il provvedimento di rilascio amministrativo emesso ai sensi dell'art. 823 c.c. deve essere annullato.