Il dipendente pubblico che, abusando della propria funzione e delle credenziali di accesso ai sistemi informatici, realizza un sistema fraudolento per ottenere indebiti rimborsi a proprio vantaggio o di complici, commette gravi reati di truffa aggravata ai danni dello Stato e di accesso abusivo a sistema informatico, che denotano un impulso delinquenziale non episodico ma sistematico. Tali condotte, reiteratesi nel tempo nonostante la consapevolezza di essere stato scoperto, giustificano il mantenimento di una misura cautelare personale, anche in forma attenuata, in ragione del concreto e attuale pericolo di recidiva, non escluso dalla mera rimozione dell'indagato dall'ufficio in cui operava i reati, attesa la parzialità di tale provvedimento disciplinare nel neutralizzare le possibilità di accesso a banche dati. La gravità e la sistematicità della condotta illecita, protrattasi nel tempo, costituiscono indici sufficienti per ritenere sussistente il pericolo di reiterazione di reati analoghi, nonostante il decorso di un certo lasso temporale dal compimento degli ultimi fatti.