Il decreto del tribunale che revoca l'ammissione alla procedura di concordato preventivo, ai sensi dell'art. 173 L. Fall., senza contestuale dichiarazione di fallimento del debitore, non è soggetto a ricorso per cassazione ex art. 111 Cost., comma 7, in quanto non ha carattere decisorio, non decidendo nel contraddittorio tra le parti su diritti soggettivi e non essendo pertanto idoneo al giudicato. L'inammissibilità del ricorso per cassazione permane anche qualora il suddetto decreto sia connesso ad una successiva e consequenziale, ma non contestuale, sentenza dichiarativa di fallimento, dovendo in tal caso i vizi del decreto essere fatti valere mediante l'impugnazione della sentenza. Il decreto di revoca dell'ammissione al concordato preventivo, privo di contestuale dichiarazione di fallimento, non è quindi impugnabile autonomamente con ricorso per cassazione, ma i relativi vizi devono essere dedotti nell'ambito dell'impugnazione della successiva sentenza dichiarativa di fallimento.