Cassazione penale Sez. V sentenza n. 29417 del 20 luglio 2007

ECLI:IT:CASS:2007:29417PEN

Massima

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La provocazione, quale circostanza attenuante del reato, presuppone che l'agente abbia agito in stato d'ira determinato da un fatto ingiusto altrui, senza che sia necessaria una rigida proporzione tra l'offesa subita e la reazione. Tuttavia, l'evidente sproporzione tra la condotta offensiva e la reazione violenta dell'agente, tale da dimostrare che questi abbia preveduto e voluto l'evento sproporzionato, può costituire indice negativo dell'esistenza del nesso causale richiesto dalla legge tra lo stato d'ira e il fatto ingiusto subito, escludendo così il riconoscimento dell'attenuante. Ai fini del riconoscimento della provocazione, pertanto, non rileva la mera sproporzione dell'evento lesivo, ma la dimostrazione che l'agente abbia effettivamente agito in stato d'ira determinato dall'ingiustizia subita, senza che la reazione violenta e sproporzionata sia stata da lui voluta come conseguenza prevedibile della propria condotta.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NARDI Domenico - Presidente

Dott. FERRUA Giuliana - Consigliere

Dott. FEDERICO Raffaello - Consigliere

Dott. ROTELLA Mario - Consigliere

Dott. NAPPI Aniello - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) MA. SA. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 14/06/2006 CORTE APPELLO di CATANZARO;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. ROTELLA MARIO;

udite le conclusioni di rigetto del S.P.G., Dr. FAVALLI Mario.

IN FATTO E IN DIRITTO

Ritenuto:

1 - La Corte di Catanzaro ha confermato la condanna di Ma. Sa. da parte del Tribunale, con generi…

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