La declaratoria di illegittimità costituzionale di una norma penale sostanziale incidente sul trattamento sanzionatorio, a differenza della successione di leggi penali più favorevoli, produce effetti retroattivi sui rapporti giuridici pregressi già disciplinati dalla norma dichiarata incostituzionale, in quanto questa deve considerarsi tamquam non fuisset e inidonea a fondare atti giuridicamente validi. Pertanto, il giudice dell'esecuzione è tenuto a rimuovere gli effetti non ancora irreversibili derivanti dalla sentenza di condanna fondata, anche solo parzialmente, sulla norma dichiarata incostituzionale, ai sensi della Legge n. 87 del 1953, art. 30, comma 4, sempre che il giudizio di prevalenza dell'attenuante sulla recidiva non sia stato escluso nel giudizio di cognizione per ragioni di merito, indipendentemente dal previgente divieto di prevalenza. Al contrario, la sopravvenienza di una disciplina sanzionatoria più favorevole, intervenuta dopo il passaggio in giudicato della sentenza di condanna, non può essere applicata dal giudice dell'esecuzione ai sensi dell'art. 2, comma 4, c.p.