Cassazione penale Sez. III sentenza n. 1561 del 17 gennaio 2022

ECLI:IT:CASS:2022:1561PEN

Massima

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Il reato di detenzione di materiale pedopornografico di cui all'art. 600-quater c.p. si configura quando l'imputato abbia la disponibilità esclusiva del supporto informatico in cui sono memorizzati i file illeciti, anche in assenza di una password di accesso, purché siano presenti elementi probatori che ne attestino l'effettiva disponibilità, come la presenza di scritti riconducibili all'imputato. L'elemento soggettivo del dolo può essere desunto dalla modalità di conservazione dei file, come la loro collocazione in apposite cartelle, e dalla loro consistenza numerica, che evidenzia una selezione consapevole del materiale. La circostanza aggravante della "ingente quantità" prevista dal comma 2 dell'art. 600-quater c.p. sussiste quando il numero complessivo di immagini e video detenuti supera la soglia di almeno cento unità, a prescindere dalla distinzione tra immagini e video. L'incapacità di intendere e di volere dell'imputato, qualora accertata in altri procedimenti, non rileva ai fini della configurabilità del reato se la perizia psichiatrica svolta nel procedimento in esame ha escluso il nesso tra la condotta e la patologia.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Presidente

Dott. DI NICOLA Vito - Consigliere

Dott. RAMACCI Luca - Consigliere

Dott. CERRONI Claudio - Consigliere

Dott. SEMERARO Luca - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 16/09/2020 della CORTE APPELLO di GENOVA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere SEMERARO LUCA;
Lette le conclusioni del PG;
Il PG chiede di dichiarare inammissibile il ricorso;
Ricorso trattato ai sensi il Decreto Legge n. 137 del 2020, ex articolo 23, comma 8.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza del 16 ottobre 2020 la Corte di Appello di Genova ha confermato la condanna infli…

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