Cassazione penale Sez. I sentenza n. 3682 del 30 gennaio 2012

ECLI:IT:CASS:2012:3682PEN

Massima

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Il giudice, in sede di applicazione di misura cautelare o di riesame, può modificare la qualificazione giuridica del fatto attribuita dal pubblico ministero, senza che ciò leda il diritto di difesa dell'indagato, purché la condotta contestata sia adeguatamente individuata nei suoi elementi essenziali e non vi sia pregiudizio per la possibilità di difendersi. Ai fini dell'integrazione del reato di estorsione, è sufficiente che la minaccia si presenti, nella rappresentazione della vittima, come certa e proveniente dall'agente o da persone a lui collegate, in modo da coartare la libertà di scelta della vittima, a prescindere dalla concreta possibilità di attuare il male minacciato. La valutazione della sussistenza di gravi indizi di colpevolezza e delle esigenze cautelari, fondata su un'adeguata e logica analisi degli elementi probatori, è incensurabile in sede di legittimità, salvo vizi logici o motivazionali.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BARDOVAGNI Paolo - Presidente

Dott. VECCHIO Massimo - Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - rel. Consigliere

Dott. BONITO Francesco M. - Consigliere

Dott. CAPOZZI Raffaele - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMESSO) N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 584/2011 TRIB. LIBERTA' di BARI, del 23/05/2011;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ALDO CAVALLO;

sentite le conclusioni del PG Dott. ((omissis)) il quale ha chiesto il rigetto del ricorso;

Udito il difensore avv. (OMESSO) che ha concluso per l'accoglimento del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con ordinanza del 10 maggio 2011 il Gip del Tribunale di Bari applicava la misura…

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