Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 9411 del 7 marzo 2016

ECLI:IT:CASS:2016:9411PEN

Massima

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Il reato di calunnia si configura quando l'agente, pur non avendo la certezza dell'innocenza dell'incolpato, formula una denuncia o querela falsa, consapevole della sua falsità e con l'intento di nuocere all'incolpato. La mancanza di certezza dell'innocenza non esclude la configurabilità del dolo del reato, essendo sufficiente la consapevolezza della falsità dell'imputazione. Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza degli elementi costitutivi del reato, deve motivare in modo congruo e privo di vizi logici e giuridici, senza che la condanna generica al risarcimento del danno in favore della parte civile sia impugnabile per cassazione, in quanto destinata ad essere travolto dall'effettiva liquidazione dell'integrale risarcimento.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PAOLONI Giacomo - Presidente

Dott. MOGINI Stefano - rel. Consigliere

Dott. RICCIARELLI Massimo - Consigliere

Dott. SCALIA Laura - Consigliere

Dott. CORBO Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 1085/2015 pronunciata dalla Corte d'Appello di Roma il 24.2.2015;
visti gli atti, il provvedimento denunziato e i ricorsi;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));
udite le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dr. ((omissis)), che ha concluso chiedendo l'annullamento senza rinvio della sentenza impugnata perche' il fatto non costituisce reato;
udito l'avvocato (OMIS…

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