Il porto ingiustificato di strumenti da punta o da taglio, pur essendo una condotta punita dalla legge, deve essere valutata in concreto dal giudice, il quale deve tenere conto non solo delle caratteristiche oggettive dell'arma, ma anche delle circostanze soggettive e modali della condotta, al fine di verificare se ricorrano i presupposti per l'applicazione dell'ipotesi attenuata di particolare tenuità del fatto. Il giudice non può escludere automaticamente l'applicazione dell'attenuante sulla base della sola affilatura e delle dimensioni dell'arma, ma deve effettuare una valutazione complessiva che tenga conto di tutti gli elementi rilevanti, come la occasionalità della condotta, l'assenza di precedenti penali dell'imputato e il suo comportamento collaborativo. Solo all'esito di tale duplice indagine, relativa sia agli aspetti oggettivi che a quelli soggettivi, il giudice può correttamente escludere o applicare l'ipotesi attenuata prevista dalla legge.