Il tentativo di reato si configura quando l'agente, con atti idonei e univoci, abbia iniziato l'esecuzione di un delitto, senza che questo sia stato portato a compimento per cause indipendenti dalla sua volontà. Ai fini della configurabilità del tentativo, rilevano non solo gli atti esecutivi veri e propri, ma anche quegli atti preparatori che dimostrino che l'agente abbia definitivamente approntato il piano criminoso in ogni dettaglio e abbia iniziato a darvi attuazione, con una significativa probabilità di conseguire l'obiettivo programmato. La desistenza volontaria dal reato, che esclude la punibilità a titolo di tentativo, presuppone una scelta libera e consapevole dell'agente, non determinata da fattori esterni o da cause indipendenti dalla sua volontà. La circostanza aggravante dell'esposizione della cosa alla pubblica fede, prevista dall'art. 625 c.p., comma 1, n. 7, sussiste anche in presenza di impianti di videosorveglianza, a meno che non vi sia un controllo e una sorveglianza continuativi, costanti ed effettivamente idonei a impedire la sottrazione della res, ostacolandone la facile asportabilità.