Il silenzio serbato dalla pubblica amministrazione sulla domanda di autorizzazione unica per la realizzazione di un impianto di produzione di energia da fonti rinnovabili, oltre il termine previsto dalla legge, determina l'obbligo per l'amministrazione di concludere il procedimento con un provvedimento espresso e motivato. Ciò in quanto il legislatore, al fine di favorire lo sviluppo delle fonti rinnovabili di energia, ha introdotto una disciplina speciale che prevede termini perentori per la conclusione del procedimento autorizzativo, la cui inosservanza comporta l'obbligo per l'amministrazione di provvedere, senza possibilità di ulteriori rinvii o proroghe. Tale principio si fonda sull'esigenza di assicurare certezza e celerità nell'iter autorizzativo degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, in linea con gli obiettivi di politica energetica e ambientale perseguiti a livello nazionale ed europeo. Pertanto, il silenzio serbato dalla pubblica amministrazione oltre il termine di legge integra un'ipotesi di inerzia amministrativa illegittima, che legittima il ricorrente a chiedere l'accertamento dell'obbligo dell'amministrazione di provvedere in modo espresso e motivato sulla domanda presentata. La mancata conclusione del procedimento entro il termine di legge, infatti, non può essere giustificata da esigenze istruttorie o da carenze documentali, essendo onere dell'amministrazione richiedere tempestivamente l'integrazione della documentazione necessaria per l'adozione del provvedimento finale. Pertanto, il silenzio serbato dalla pubblica amministrazione oltre il termine di legge previsto per la conclusione del procedimento autorizzativo di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, determina l'obbligo per l'amministrazione di provvedere in modo espresso e motivato sulla domanda presentata, senza possibilità di ulteriori rinvii o proroghe.