Cassazione penale Sez. I sentenza n. 47346 del 14 dicembre 2022

ECLI:IT:CASS:2022:47346PEN

Massima

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La partecipazione ad un'associazione di tipo mafioso si configura quando l'agente si inserisce stabilmente nella struttura organizzativa del sodalizio, mettendosi a disposizione per il perseguimento dei comuni fini criminosi, anche senza necessità di dimostrare la commissione di specifici reati-fine. La prova dell'esistenza dell'associazione può desumersi dalla commissione dei delitti rientranti nel programma comune e dalle loro modalità esecutive, che manifestano concretamente l'operatività del vincolo associativo. L'estorsione aggravata dal metodo mafioso si realizza quando il soggetto, sfruttando la forza di intimidazione promanante dall'associazione criminale di cui fa parte, costringe la vittima a dazioni di denaro o altre utilità non dovute. Tale condotta si configura anche quando la vittima, pur apparentemente spontanea, in realtà agisce sotto la minaccia implicita derivante dall'appartenenza del soggetto al sodalizio mafioso. L'omertà e la reticenza delle persone offese non escludono la gravità indiziaria, in quanto espressione del clima di timore instaurato dal gruppo criminale. La detenzione e il porto illegale di armi da parte dei membri dell'associazione mafiosa, anche se non direttamente utilizzate per il compimento dei reati-fine, integrano autonomi reati, in quanto espressione della forza intimidatrice del sodalizio. La disponibilità di armi da parte dei singoli associati, anche se non finalizzata agli scopi dell'associazione, rileva ai fini dell'aggravante della disponibilità di armi prevista dall'art. 416-bis c.p., in quanto manifestazione della capacità del gruppo di incutere timore. Le esigenze cautelari, in presenza di gravi indizi di partecipazione ad associazione mafiosa, sono assistite dalla presunzione di adeguatezza della sola custodia in carcere, superabile solo in presenza di elementi specifici che escludano il pericolo di reiterazione del reato. Il mero decorso del tempo e l'allontanamento dal contesto associativo non sono di per sé sufficienti a superare tale presunzione, specie quando il soggetto risulti ancora inserito in contesti criminali.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MANCUSO Luigi F. A. - Presidente

Dott. SANTALUCIA Giuseppe - Consigliere

Dott. DI GIURO Gaetano - rel. Consigliere

Dott. TOSCANI Eva - Consigliere

Dott. MELE Maria Elena - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 25/02/2022 del TRIB. LIBERTA' di LECCE;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. DI GIURO GAETANO;
sentite le conclusioni del PG Dott.ssa CENICCOLA ELISABETTA, che chiede l'inammissibilita' del ricorso.
udito il difensore.
RITENUTO IN FATTO
1. Con l'ordinanza in epigrafe indicata il Tribunale del riesame di Lecce, pronunciandosi sulla richiesta di riesame proposta nell'interesse di (OMISSIS), ha c…

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