Cassazione penale Sez. V sentenza n. 51887 del 14 novembre 2017

ECLI:IT:CASS:2017:51887PEN

Massima

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Il reato di minaccia, di cui all'art. 612 c.p., è un reato formale di pericolo, per la cui integrazione non è necessario che il bene giuridico tutelato sia effettivamente leso, essendo sufficiente che la condotta dell'agente sia potenzialmente idonea a incutere timore nel soggetto passivo e a menomarne la sfera della libertà morale. Tuttavia, ai fini della configurabilità del reato, la valutazione dell'idoneità della minaccia a realizzare tale finalità deve essere effettuata avendo riguardo a un criterio di normalità che rispecchi le reazioni dell'uomo comune. Pertanto, qualora la frase proferita, pur apparentemente minacciosa, sia stata pronunciata in un contesto di discussione e risentimento per una pretesa risarcitoria ritenuta ingiustificata e sproporzionata, e non emerga dal contesto fattuale alcun rilievo di idoneità della condotta contestata ad intimorire il soggetto contrapposto, la stessa non può essere ritenuta idonea a integrare il reato di minaccia, in quanto priva del requisito dell'idoneità a incidere sulla libertà morale del soggetto passivo secondo il parametro dell'uomo comune.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SETTEMBRE Antonio - Presidente

Dott. GORJAN Sergio - Consigliere

Dott. CATENA Rossella - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. AMATORE Roberto - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 12/09/2016 del TRIBUNALE di GROSSETO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ROBERTO AMATORE;
Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dr. TOCCI STEFANO che ha concluso per l'inammissibilita'.
Udito il difensore l'avvocato (OMISSIS) del foro di GROSSETO in difesa del ricorrente si riporta al ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1.Con la sente…

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