Cassazione penale Sez. V sentenza n. 34841 del 7 dicembre 2020

ECLI:IT:CASS:2020:34841PEN

Massima

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Il reato di minaccia grave, ai sensi dell'art. 612 c.p., si configura quando la condotta dell'agente, valutata secondo un criterio medio e in relazione alle concrete circostanze del fatto, sia potenzialmente idonea a incidere sulla libertà morale della vittima, a prescindere dall'effettivo turbamento da essa provocato. L'eventuale atteggiamento minaccioso o provocatorio della persona offesa non esclude la sussistenza del reato, ma può eventualmente costituire una circostanza esterna alla fattispecie che ne diminuisca la gravità. Il giudizio sulla concessione delle attenuanti generiche, rimesso alla discrezionalità del giudice di merito, può essere motivato implicitamente attraverso l'esame esplicito di tutti i criteri di cui all'art. 133 c.p., laddove il rigetto della richiesta di attenuazione del trattamento sanzionatorio risulti adeguatamente motivato sulla base di analoghe considerazioni.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PALLA Stefano - Presidente

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. BELMONTE Maria Teresa - Consigliere

Dott. TUDINO Alessandrina - Consigliere

Dott. RICCARDI Giuseppe - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nata il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 15/10/2019 della Corte di Appello di Milano;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. GIUSEPPE RICCARDI;
lette le richieste scritte ai sensi del Decreto Legge 28 ottobre 2020, n. 137, articolo 23, comma 8, del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dr. Cardia Delia, che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso;
lette le…

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