Cassazione penale Sez. V sentenza n. 10150 del 6 marzo 2018

ECLI:IT:CASS:2018:10150PEN

Massima

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Il giudice di prevenzione, nel valutare la sussistenza dei presupposti per l'applicazione di una misura di prevenzione personale, deve motivare in modo esaustivo e logico la pericolosità sociale attuale del proposto, tenendo conto di tutti gli elementi rilevanti emersi, anche favorevoli, e non può fondare il giudizio di pericolosità esclusivamente su precedenti penali non definitivi o su generiche frequentazioni con pregiudicati, senza una puntuale indicazione degli specifici comportamenti sintomatici di una perdurante dedizione a traffici delittuosi. La motivazione del provvedimento deve essere adeguata e coerente, non potendo limitarsi ad affermazioni apodittiche o a meri rinvii ad altri atti, ma deve confrontarsi in modo esplicito con gli argomenti difensivi e gli elementi di fatto potenzialmente decisivi, pena l'annullamento per motivazione meramente apparente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BRUNO ((omissis)) - Presidente

Dott. SCOTTI Umberto L. - rel. Consigliere

Dott. CATENA Rossella - Consigliere

Dott. BORRELLI Paola - Consigliere

Dott. AMATORE Roberto - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso il decreto del 25/11/2016 della CORTE APPELLO di CATANZARO
sentita la relazione svolta dal Consigliere Dr. UMBERTO LUIGI SCOTTI;
lette le conclusioni del Procuratore generale.
RITENUTO IN FATTO
1. Con decreto del 25/11/2016-7/3/2017, solo successivamente corretto con provvedimento del 28/3/2017 dagli errori materiali che lo inficiavano a causa dell'indicazione del nome " (OMISSIS)" in luogo dell'esatto nome " (OMISSIS)", la…

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