Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 11007 del 22 marzo 2010

ECLI:IT:CASS:2010:11007PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nell'ambito del procedimento di prevenzione, può sindacare esclusivamente la violazione di legge, essendo precluso il riesame del merito del provvedimento impugnato, ivi compresa la valutazione della sussistenza dei presupposti per l'applicazione della misura di prevenzione personale e patrimoniale. Pertanto, il ricorso per cassazione è ammissibile solo per denunciare la mancanza di motivazione, non anche l'illogicità manifesta della stessa, atteso che il giudice di appello è tenuto a provvedere con decreto motivato ai sensi della legge n. 1423 del 1956, art. 4, comma 10. Inoltre, la confisca dei beni può essere disposta quando risulti la piena correlazione temporale tra l'attività illecita del proposto e l'acquisizione dei cespiti, nonché la loro evidente sproporzione rispetto ai redditi lecitamente percepiti, elementi questi che integrano i presupposti di cui alla legge n. 575 del 1965, art. 3-bis.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LATTANZI Giorgio - Presidente

Dott. IPPOLITO Francesco - Consigliere

Dott. COLLA Giorgio - Consigliere

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere

Dott. MATERA Lina - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) CR. CA. , N. IL (OMESSO);

avverso il decreto n. 17/2008 CORTE APPELLO di MILANO, del 11/02/2009:

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. LINA MATERA;

lette le conclusioni del PG Dott. GIALANELLA Antonio, che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso, con ogni conseguente statuizione ex articolo 616 c.p.p..

FATTO

Col provvedimento impugnato la Corte di Appello di Milano ha rigettato l'appello proposto nell'interesse dei …

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