La tutela della salute pubblica, quale primario interesse costituzionale, può giustificare l'adozione di misure straordinarie di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica, anche in forma di sospensione temporanea di attività economiche ritenute ad alto rischio di contagio, purché tali misure siano proporzionate, adeguate e fondate su evidenze scientifiche, nel rispetto del giusto bilanciamento tra l'esigenza di tutela della salute e il libero esercizio delle attività economiche. L'amministrazione, nell'esercizio del potere di ordinanza in situazioni di emergenza sanitaria, gode di un ampio margine di discrezionalità tecnica, che può essere sindacato solo in caso di manifesta irragionevolezza o illogicità, dovendo la valutazione del rischio epidemiologico e dell'adeguatezza delle misure adottate essere rimessa alla competenza e alla prudente valutazione dell'autorità sanitaria, salvo prova contraria dell'elemento soggettivo della colpa o del dolo.