La partecipazione ad un'associazione di tipo mafioso finalizzata al traffico di stupefacenti può essere desunta da diversi indicatori fattuali, quali la commissione di delitti-scopo tipici dell'attività criminale del gruppo, il ruolo svolto e le modalità dell'azione, che esprimano l'adesione agli scopi del sodalizio, anche in relazione a un singolo reato fine. L'aggravante dell'agevolazione di un'associazione mafiosa, prevista dalla L. n. 203 del 1991, art. 7, ha natura oggettiva quando contestata al reato associativo finalizzato al traffico di stupefacenti, essendo direttamente connessa alla struttura organizzativa dell'associazione. La circostanza aggravante della detenzione di ingente quantità di stupefacenti, di cui all'art. 80 D.P.R. n. 309 del 1990, comma 2, può essere configurata anche in assenza di sequestro, sulla base di elementi di prova certi che consentano di pervenire, anche in via indiretta, all'individuazione del dato ponderale, come le conversazioni telefoniche intercettate che provino ripetute massicce importazioni di stupefacente, la cui qualità sia confermata dalle cospicue disponibilità finanziarie dei concorrenti, immediatamente ricollegabili ai traffici, e dall'elevato principio attivo riscontrato nella droga sequestrata ad alcuni acquirenti. Il giudice di merito gode di discrezionalità nella valutazione della sussistenza di tale aggravante, anche quando la quantità superi il valore-soglia indicato dalle Sezioni Unite.