Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 37220 del 1 agosto 2018

ECLI:IT:CASS:2018:37220PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che si appropria di denaro o di altra cosa mobile altrui, di cui abbia il possesso o la disponibilità per ragione del suo ufficio o servizio, commette il reato di peculato, a prescindere dalla qualifica formale rivestita, essendo sufficiente che egli abbia la disponibilità giuridica del bene in ragione delle sue funzioni. Tuttavia, il reato di peculato è soggetto a prescrizione, la cui declaratoria comporta l'annullamento senza rinvio della sentenza di condanna, anche quando i motivi di censura relativi al merito della decisione impugnata, pur se fondati, non consentirebbero di pervenire a una pronuncia più favorevole all'imputato, in quanto l'annullamento con rinvio determinerebbe un indebito procrastinarsi della conclusione del procedimento.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PAOLONI Giacomo - Presidente

Dott. GIANESINI Maurizio - Consigliere

Dott. RICCIARELLI Massimo - rel. Consigliere

Dott. SCALIA Laura - Consigliere

Dott. CORBO Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato ad (OMISSIS);
contro la sentenza del 30/06/2016 della Corte di Appello di Napoli;
esaminati gli atti, la sentenza impugnata e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. RICCIARELLI Massimo;
udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott.ssa LORI Perla, che ha concluso per l'annullamento senza rinvio della sentenza impugnata per intervenuta prescrizione;
udito il difensore del ricorrente, avv. (OMISSIS), in sost. dell'A…

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