Il rilascio di un permesso di soggiorno per motivi di lavoro subordinato, a seguito di una domanda di legalizzazione di lavoro irregolare, comporta la contestuale revoca del precedente provvedimento di espulsione adottato nei confronti del richiedente. L'autorità amministrativa, prima di adottare un provvedimento di diniego del rinnovo del permesso di soggiorno, è tenuta a verificare la sussistenza di tale presupposto e, in caso positivo, non può legittimamente rifiutare il rinnovo, in quanto ciò contrasterebbe con l'art. 2, comma 2, della Legge n. 222/2002. Pertanto, il diniego del rinnovo del permesso di soggiorno, adottato senza aver previamente revocato il provvedimento di espulsione, è da ritenersi viziato per violazione di legge. In tali casi, il giudice amministrativo è tenuto ad annullare il provvedimento impugnato e a ordinare all'autorità amministrativa di riesaminare la posizione del richiedente, previo accertamento della sussistenza dei presupposti per la revoca del provvedimento espulsivo e il conseguente rinnovo del permesso di soggiorno.