Il reato di abusivo intervento su beni culturali, previsto dall'art. 169 del D.Lgs. n. 42/2004, è un reato formale di pericolo, che si consuma con il compimento di opere senza il preventivo controllo amministrativo, a prescindere dalla concreta lesione del valore storico-artistico del bene, purché tali interventi non siano talmente trascurabili, marginali e minimi da escludere anche il solo pericolo astratto di lesione dell'interesse protetto. L'elemento oggettivo del reato si realizza con qualsiasi attività di demolizione, rimozione, modifica o restauro di beni culturali, anche mobili, appartenenti allo Stato, agli enti pubblici territoriali o a enti ecclesiastici civilmente riconosciuti, senza la prescritta autorizzazione, in quanto tali condotte sono dirette a evitare possibili pericoli e danni al patrimonio culturale, a prescindere dall'effettiva compromissione del valore estetico o artistico del bene. La tutela penale mira a garantire l'esercizio del controllo preventivo da parte dello Stato sugli interventi che possono incidere sull'integrità e sulla conservazione dei beni culturali, a prescindere dall'entità dell'offesa al bene giuridico tutelato.