Cassazione penale Sez. V sentenza n. 46441 del 17 dicembre 2008

ECLI:IT:CASS:2008:46441PEN

Massima

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Il diritto di critica e di espressione del proprio pensiero non può essere esercitato in modo smodato e lesivo dell'altrui onore e reputazione, anche in presenza di una pregressa controversia giudiziaria. Le espressioni ingiuriose e minacciose, prive di qualsiasi condotta provocatoria da parte della persona offesa, integrano i reati di ingiuria e minaccia, non potendo essere giustificate dalla mera esistenza di una causa civile in corso. Il giudice, nel valutare la sussistenza di tali reati, deve tenere conto della gravità oggettiva delle condotte, della loro durata e della mancanza di una reale provocazione, senza che assumano rilievo eventuali dichiarazioni generiche di risposta alle offese. Inoltre, la mancata assunzione di una prova ritenuta non decisiva non integra un vizio della motivazione, così come il mancato riconoscimento dell'attenuante della provocazione è legittimo qualora le minacce non siano avvenute nell'ambito di una situazione di continui litigi, essendo il ricorso al giudice la via prevista dall'ordinamento per dirimere le controversie.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE Renato Luigi - Presidente

Dott. CARROZZA Arturo - Consigliere

Dott. FERRUA Giuliana - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) DE. CA. NE. , N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 08/05/2007 TRIB. Di BELLUNO SEZ. DIST. di PIEVE DI CADORE;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. CARROZZA ARTURO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. DI CASOLA Carlo, che conclude per l'inammissibilita' del ricorso;

Udito il difensore Avv. APPELLA Paolo di Ro…

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